domenica 22 maggio 2022

CNC (Consensual Non Consensual): quello che serve sapere davvero

Il CNC è uno di quegli argomenti che spaventa, affascina e confonde allo stesso tempo. Se ne parla tanto, spesso male, e quasi sempre con un’idea sbagliata di fondo: che significhi abolire il consenso. Non è così.

Il CNC resta consensuale, punto. È un accordo chiaro e deciso in cui si sceglie di simulare l’assenza di consenso. Niente equivoci, niente zone grigie: si gioca a dire “no” sapendo che il “sì” è stato già messo nero su bianco prima.

Perché scrivo di questo? Perché nel BDSM è uno dei giochi più intensi e più rischiosi.

Non lo si improvvisa. Non è roba per chi è agli inizi. Non è un feticcio da usare come scusa per saltare il consenso. È una dinamica che pretende preparazione, regole e disciplina assoluta.

CNC non è abuso

Chiariamo subito: il CNC non ha nulla a che vedere con la violenza reale o con gli abusi.

  • Un “no” gridato in una scena CNC è parte del copione.
  • Un “no” gridato fuori dal CNC è da fermarsi immediatamente.

Se non riesci a distinguere questi due piani, lascia perdere.
Se invece vuoi capire come funziona davvero, devi ragionare sul concetto di meta-consenso: io ti do il permesso di ignorare i miei “no” durante la scena, ma ti do anche strumenti per fermarti quando serve davvero.

Le regole che non si discutono

Un CNC senza regole è solo pericolo. Ecco le basi:

  • Fiducia assoluta: non si fa con sconosciuti, non si fa con chi conosci da una settimana online.
  • Limiti scritti: quello che è permesso e quello che è vietato. Hard limit e soft limit, chiari e messi nero su bianco.
  • Safeword: se tutto il gioco gira intorno al finto “no”, serve una parola diversa che significhi “stop reale”. Io uso i colori (verde, giallo, rosso) e abbino un gesto fisico in caso di museruola o immobilizzazione.
  • Aftercare: sempre. Non si butta lo schiavo in un angolo dopo una scena così. Serve tempo, presenza e debriefing.

Perché piace così tanto

Il CNC funziona perché smonta i meccanismi di controllo quotidiani. Chi è abituato a decidere, improvvisamente non decide più niente. Ogni gesto, ogni parola, diventa imposto. Lo schiavo vive la sensazione di essere forzato, di non avere via d’uscita.
Ma sotto c’è un paradosso che lo rende ancora più potente: è forzato perché ha scelto di esserlo. E questo cortocircuito mentale è la vera chiave del gioco.

I rischi veri

Non faccio finta che sia tutto rose e fiori. Il CNC ha rischi concreti:

  • Psicologici: dissociazione, vergogna, crolli emotivi.
  • Pratici: fraintendimenti, slittamenti di ruolo, partner che non rispetta i limiti.
  • Sociali: scenari che finiscono fuori controllo, vicini che chiamano la polizia, incomprensioni legali.

Se non sei pronta a gestire questi rischi, non provarci.

Conclusione

Il CNC è il punto più estremo di un gioco di fiducia.
O lo affronti con disciplina, regole e responsabilità, oppure è meglio non entrarci affatto.
Se invece sai costruire il contesto giusto, se sai pretendere chiarezza e se hai la testa fredda per mantenere il controllo, allora il CNC diventa uno degli strumenti più forti per marcare la differenza tra gioco improvvisato e potere reale.

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